ArteVisione 2019
L’edizione 2019 prosegue con le stesse modalità e criteri della precedente, coinvolgendo Barbara Wàgner e Benjamin de Burca, artist che hanno rappresentato il Padiglione Brasile alla 58ª edizione della Biennale di Venezia, come visiting professor. È la prima volta che coinvolgiamo un duo e risulta molto stimolante avere la possibilità di confrontarsi con due professionist unit dalla medesima ricerca, con sguardi comunque naturalmente diversi. Barbara più attenta al contesto e alle relazioni che le opere degli artist selezionat innescano o potrebbero innescare, Benjamin attento alle questioni più tecniche ma non meno sostanziali: il suono, l’uso della voce, la scelta delle lingue in cui girare. Gli scambi con le artist sono molto vivaci, la generosità di Barbara e Benjamin si evince anche nella serata di presentazione di “Swinguerra” durante la quale, in conversazione con Martina Angelotti - direttrice artistica di Careof - svelano il dietro le quinte dell’opera che hanno presentato alla 58ª edizione della Biennale.
Le finalist_ dell'edizione 2019 sono: Valentina Bonizzi, Nuno Escudeiro, Miriam Gili, Corinne Mazzoli, Matteo Primiterra, The Cool Couple, Natália Trejbalová, Fabrizio Vatieri.
L'edizione 2019 conferisce il premio - che prevede la produzione e la circuitazione su Sky Arte dell’opera - a The Cool Couple con ”The Cute and the Useful” perché l’opera si è dimostrata essere “una proposta interessante sulla mercificazione del vivente come paradigma della società contemporanea”.
Data l’alta qualità dei progetti presentati, ArteVisione LAB attribuisce un premio di acquisizione a “From Below Upwards” di Matteo Primiterra "per l’attenta e al contempo poetica esplorazione della relazione fra identità e spazio di un luogo profondamente simbolico dell'Appennino abruzzese”. Il film sarà distribuito sul canale Sky Arte.
ArteVisione LAB 2019 - Il programma
Bando 2019
The Cool Couple - "The Cute And The Useful”
Sinossi
Il progetto analizza la percezione dell’idea di natura in Occidente.
La ricerca, iniziata nel 2017 durante un programma di residenza d’artista presso Nirox Foundation, e proseguita nel 2019 grazie al Premio Johannesburg, è intitolata “The Cute and the Useful”. Questa espressione identifica le specie animali che sopravviveranno all’attuale estinzione di massa per via del loro legame, affettivo o economico, con gli esseri umani.
Il progetto, composto da un film e una pubblicazione, descrive l’industria degli animali selvatici Sudafricana: incentrata sul concetto di proprietà privata, essa trasforma gli animali in beni che possono essere comprati, ceduti, affittati e al tempo stesso li protegge, generando una vera e propria economia. La profonda frizione tra questa situazione e l’idea occidentale di natura è il nucleo di “The Cute and the Useful”, stimolando una riflessione sulla percezione di forti stereotipi legati all’idea di natura nel pensiero dell’Occidente e la nascita del sistema che ha portato all’Antropocene.
Il film descrive la storia di un commerciante di diamanti che, spinto da una visione della natura fortemente influenzata dagli stereotipi dell’Occidente e dalla flessione del mercato degli animali selvatici, decide di acquistare una proprietà in Sudafrica, da destinare all’ecoturismo. Le sue intenzioni incontrano la resistenza della famiglia: il padre, ancorato al mercato dei diamanti non vede il senso di un investimento apparentemente volatile, mentre la sorella del protagonista critica gli aspetti morali della wildlife industry. La narrazione segue le vicende alternandosi tra Nord-Europa e Sudafrica, guidando così lo spettatore attraverso le controverse logiche che regolano la wildlife industry: un sistema che, al momento, è il più efficace modello di conservazione faunistica al mondo.
Anche questa produzione riceve il riconoscimento e il supporto dell’Italian Council (8° edizione) allargando la circuitazione in ambito internazionale grazie alla collaborazione con Kunsthalle Lissabon (Lisbona), Nirox Foundation (Johannesburg). L’opera viene acquisita dal MAMbo di Bologna e vengono realizzate delle attività didattiche con Kabul Magazine oltre alla pubblicazione di un libro parallelo al film edito da Nero edition con il progetto grafico di Federico Antonini.
La circuitazione avviene in Sudafrica presso Nirox Foundation dove è stata presentata l’opera nell’autunno 2021, e presso la Viennale, Festival di Cinema di Vienna. Il progetto prevede anche dei workshop a carattere formativo realizzati in collaborazione con Kabul Magazine e dei talk di approfondimento delle tematiche trattate presso il PAV - Parco Arte Vivente, Torino e Careof, Milano.
Il film “The Cute and The Useful” viene investito anch’esso dalla Pandemia di Covid 19 e, mentre scriviamo questa pubblicazione, siamo in procinto di partire per il Sudafrica dove abbiamo attivato collaborazioni con Triosphere, casa di produzione locale, oltre al direttore della fotografia Roberto Beani.
Abbiamo purtroppo dovuto procrastinare più volte la partenza a causa del Covid, che non solo comporta delle difficoltà di spostamento, ma impone anche la realizzazione online di momenti topici del film che devono essere necessariamente ripresi in presenza, quale l’asta degli animali selvatici.
“The Cute and the Useful” pone l’attenzione sul concetto di natura che oggi richiama ancora un esotismo paradisiaco, soprattutto se parliamo di Africa, ma che nella realtà dei fatti si conserva ed è mantenuta grazie all’intervento dell’uomo. “Conservation by utilisation” è il metodo sudafricano inventato per proteggere la fauna locale - che altrimenti, dato il bracconaggio, sarebbe per lo più estinta - e insieme per poter lucrarci: parchi privati, enormi tenute di caccia permettono di regolare e gestire i turisti in cerca di safari ed esperienze paradisiache così come i cacciatori che comprano il proprio lotto prima del loro arrivo.
La terra e gli animali diventano quindi un vero e proprio mercato a cui è associato un valore economico che ne permette la durata nel tempo. Progetto vergognoso o semplicemente ambizioso e lungimirante?
“The Cute and The Useful” attraverso passaggi documentaristici e una storia di fiction non intende dare risposte, ma offrire spaccati di una realtà complessa.
Programma pubblico: Bárbara Wagner e Benjamin de Burca
Bárbara Wagner e Benjamin de Burca: talk e screening
3.12.2019
h 19.00
Una serata pubblica in occasione di ArteVisione LAB: martedì 3 dicembre 2019 gli artisti
Bárbara Wagner e Benjamin de Burca presenteranno, in conversazione con Martina Angelotti,
la propria ricerca artistica e lo screening di “Terremoto Santo” e “Swinguerra”, opera esposta al
Padiglione Brasile della 58ª Esposizione Internazionale d'Arte - La Biennale di Venezia.
“Terremoto Santo” (2017, 19'):
Cortometraggio sperimentale che affronta la recente ondata di evangelismo che domina il
dibattito pubblico in Brasile. Si concentra sui diversi aspetti sociali, economici ed estetici della musica gospel prodotta ed eseguita da una giovane generazione di credenti che vive nelle tradizionali piantagioni di canna da zucchero nello stato di Pernambuco, in Brasile.
Concentrandosi su questa generazione di produttori di musica gospel e tenendo conto degli elementi morali, etici ed estetici della loro pratica religiosa e del loro rapporto con lo spazio, i media, la cultura pop e il desiderio, “Terremoto Santo” è un musical che osserva i gesti e la voce di queste persone che vedono nella religione evangelica una nuova forma di imprenditoria, osservando attentamente la loro fede per ottenere benessere economico e spirituale.
“Swinguerra” (2019, 23'):
Il titolo “Swinguerra” deriva dalla parola swingueira, un popolare ritmo di danza originario del Brasile nordorientale, fusa con la guerra. Le opere di Wagner & de Burca si focalizzano sulle potenti espressioni della cultura popolare nel Brasile contemporaneo e sui loro complessi rapporti con le tradizioni internazionali e locali. “Swinguerra” offre una visuale profonda ed empatica della cultura brasiliana contemporanea in un periodo di significativa tensione politica e sociale. Come nei loro film precedenti, le artist_ collaborano con i loro soggetti in una relazione orizzontale e di rispetto, consci di quanto siano complesse l’autorappresentazione e la consapevolezza contemporanee.
Dopo il talk, alle ore 21.30, Careof ospita nell'ambito di NAO Performing Festival, promosso da DiDstudio, la proiezione di:
“The choreographic" | selezione tra danza, cinema e arti visive
Gilles Jobin | “Womb” (28’)
Jeremy Deller – Cecilia Bengolea | “Bom Bom’s Dream” (12’)
Delgado Fuchs | “Horsetail Knickerbelt” (28’)