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Organizzazione non profit per l'arte contemporanea

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Flavio de Marco e Luca Pancrazzi • Mimesi

Il progetto Mimesi nasce subito dopo la mostra omonima, tenutasi alla Galleria Studio G7 di Bologna nel maggio del 2004. Mimesi è una ulteriore fase di riflessione, iniziata nel 1999, sulla spazialità dello schermo come nuova dimensione del paesaggio naturale, sul rapporto tra lo sguardo e un nuovo orizzonte virtuale cresciuto sulle rovine della profondità prospettica

In Mimesi per la prima volta ho ragionato sulla realizzazione di un ambiente dipinto, sfruttando direttamente lo spazio espositivo come supporto insieme alla tela, nell’idea di un paesaggio-schermo. L’immagine, articolata tra la tela e il muro in modo continuo e unitario, dava origine ad una sorta di trompe-l’oil realizzato attraverso la ripetizione nello spazio di sezioni di una stessa icona. Il termine “rappresentazione” riguarda in questa sede la possibilità di riflettere sulle categorie di copia e di modello nell’ambito del linguaggio digitale, tracciando il prodotto visivo di  tale ragionamento, e di indagare contemporaneamente sul processo di rappresentazione in senso stretto. Il termine “drammaturgia” concerne, in questo progetto, le modalità di fruizione legate convenzionalmente all’arte drammatica del teatro, ovvero la specificità di uno “spettacolo” itinerante visibile soltanto nella durata dell’esposizione.
Ho distinto quindi la fase della produzione e quella della realizzazione. Nella fase di produzione (tutt’ora in corso) ho iniziato a contattare singoli curatori che potessero fungere da collegamento ad uno spazio, ubicato in una determinata città in cui l’installazione avrebbe potuto realizzarsi. Nella fase di realizzazione ho lavorato sull’immagine direttamente in relazione  allo spazio. In questa fase si parte generalmente da un’immagine indicativa su cui si è lavorato precedentemente e si ragiona sulla sua visualizzazione in rapporto allo spazio individuato, mentre, a volte, è lo spazio espositivo stesso che funge da origine dell’immagine in rapporto alle sue peculiarità. Il lavoro site specific comporta un equilibrio sempre diverso tra la parte dell’immagine dipinta sul muro e quella dipinta sulla tela, per cui anche il numero complessivo delle tele inserite nel muro e la loro dimensione risulta variabile. Infine la natura stessa dell’immagine sviluppa un’analisi della città, in modo che lo spazio in cui l’ambiente verrà realizzato possa fungere, simbolicamente, da ritratto della città stessa.
Ho deciso di chiamare Mimesi.00 il primo ambiente dipinto alla Galleria Studio G7 e numerare ogni intervento successivo in ordine cronologico. La figura del curatore generalmente implica una partecipazione critica all’evento, nei termini di un testo scritto che contribuisca ad approfondire le ragioni concettuali dell’intervento, anche se non è previsto che la figura del critico e quella del curatore possano sempre coincidere. Il progetto Mimesi, dopo un numero di tappe non ancora definito in Italia e all’estero, si concluderà con la pubblicazione di un libro che raccoglierà l’intero percorso in ogni sua singola fase. I termini dell’esaurimento di Mimesi saranno dati dall’evoluzione del progetto stesso, il quale, dopo una serie di fasi, raggiungerà inevitabilmente quella della sua necessaria sparizione, non appena la complessità del progetto si affaccerà nella sterile ripetizione di un modulo.
 
Flavio de Marco, Novembre 2004