29 March 2024 14:35:35
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c/o careof

Organizzazione non profit per l'arte contemporanea

c/o careof

Liliana Moro • This is the end

Careof e Viafarini sono lieti di inaugurare le loro nuove sedi espositive presso la Fabbrica del Vapore con una mostra condivisa dedicata a Liliana Moro, artista internazionale particolarmente legata alla città di Milano. Moro infatti non solo è nata nel capoluogo lombardo, ma a Milano continua a vivere e lavorare. Prima del riconoscimento internazionale sancito dalla partecipazione alla 45a Biennale di Venezia del 1993 e a Documenta IX, nel 1992 a Kassel, (nonché a una significativa serie di mostre, personali e collettive, presso prestigiose istituzioni di tutto il mondo, tra cui il Castello di Rivoli nel 1994, il Moderna Museet di Stoccolma nel 1998, la Stichting De Appel di Amsterdam nel 1999 e il CCA Wattis Institute for Contemporary Art di San Francisco nel 2005), l’artista è stata anche una delle animatrici di una delle più floride stagioni culturali della città: fondatrice insieme a un gruppo di artisti – non un collettivo ma un’esperienza condivisa di crescita e confronto – della rivista Tiracorrendo e dello spazio di via Lazzaro Palazzi, è stata anche sostenitrice, sin dalle origini, delle due istituzioni che ora inaugurano con lei la loro nuova sfida. Suo ad esempio è stato il manifesto scelto nel 1991 da Viafarini a rappresentarla, sua la personale che Careof ospitò nel 1997, nella sede storica di Cusano Milanino.

This is the End, il titolo provocatorio scelto da Liliana Moro per evocare al contempo una fine e un nuovo inizio, raccoglie in una struttura architettonica, secca e minimale – pensata e progettata dall’artista con i materiali e le competenze costruttive di Vibrapac – una serie di lavori precoci e recenti, noti e inediti. Una selezione non destinata a seguire un percorso retrospettivo nella carriera decennale dell’artista, quanto a offrire una speciale prospettiva, e un particolare orizzonte interpretativo sul suo lavoro.

Pareti dagli spigoli vivi, che non definiscono perimetri conclusi, incastonano stanze il cui accesso è permesso o proibito. Disegnano una forma nitida, una scultura in sé, che è anche ambiente destinato a ospitare la circolazione incerta dello spettatore e l’apparizione di cinque lavori: sculture, installazioni e una scritta al neon, in un
bilanciato, ma imprevedibile, gioco d’equilibri che si articola intorno a un ideale centro. Dispersione e concentrazione, interno ed esterno, suggestioni luminose e sonore, simulacri ambigui e meccanismi impazziti sono gli ingredienti salienti.

Il muro stesso acquista un ruolo simbolico che lo porta a trasformarsi da semplice elemento architettonico a citazione dai molteplici significati. È l’immagine dei tanti ostacoli in cui ci si imbatte; è la barriera da superare se si vuole andare oltre e scoprire cosa c’è al di là; è il limite con cui ognuno si deve confrontare nella vita di ogni giorno; il filtro tra interno ed esterno, il guscio che ci protegge dal mondo o lo schermo che ci impedisce di comunicare con ciò che è al di fuori.

Careof e Viafarini hanno offerto a Liliana Moro uno spazio neutro, non ancora ripartito nelle due sale che saranno successivamente destinate a ospitare i rispettivi programmi espositivi. Vibrapac le ha permesso di creare una struttura, opera e meccanismo di display, a immagine e somiglianza dell’itinerario e dei lavori in esso racchiusi. Contenuto e contenitore, significato e significante in una miscela calibrata e orchestrata ad unisonum.

Con il patrocinio Comune di Milano - Settore Tempo Libero

Con il contributo Fondazione Cariplo, Gemmo Spa, Vibrapac Spa