Give and take
A CURA DI
Anna Daneri e Cesare Pietroiusti
TUTOR
Hans Haacke
IN COLLABORAZIONE CON
Viafarini
CON IL SUPPORTO DI
Epson Italia
Dal 03.11.2010 al 20.11.2010
Mostra di fine corso dei partecipanti alla XVI edizione del Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Antonio Ratti, diretto da Annie Ratti e quest’anno condotto da Hans Haacke in qualità di Visiting Professor.
In mostra le opere dei diciannove artisti che hanno frequentato il workshop a Como nel mese di luglio: Walter Benjamin Smith (USA), Julia Brown (USA), Antonia Carrara (ITALIA), Danilo Correale (ITALIA), Abbey Shaine Dubin (USA), Laura Duran (COLOMBIA), Birte Endrejat (GERMANIA), Fausto Falchi (ITALIA), Till Gathmann (GERMANIA), Adelita Husni-Bey (ITALIA), Kentaro Ikegami (GIAPPONE), François Lemieux (CANADA), Eric Martijn (OLANDA), Ludovic Méhauté (FRANCIA), Emily Morant (AUSTRALIA), Elaine Marianne Reynolds (IRLANDA), Fabrizio Sartori (ITALIA), Elisa Strinna (ITALIA), Oriol Vilanova (SPAGNA).
La rassegna, articolata in tre spazi alla Fabbrica del Vapore, offre l’opportunità di conoscere il lavoro degli artisti internazionali selezionati per il corso, a partire dai progetti sviluppati durante l’esperienza del seminario con Hans Haacke. Give and take presenta infatti installazioni, performance, video, fotografie e disegni che declinano in modi diversi le tematica affrontata insieme al Visiting Professor. Durante il workshop Hans Haacke ha analizzato insieme ai giovani artisti le differenti relazioni che intercorrono fra essi e il loro luogo di provenienza; una simile ricerca è stata rivolta anche verso Como e il contesto in cui gli artisti si sono trovati a lavorare, un contesto da cui sono stati prelevati elementi significativi. Il corso è stata un’occasione per riflettere sul concetto di “specificità” di un luogo e di “significatività” di un particolare oggetto, immagine, pratica o azione.
Il 3 novembre alle ore 18.30 durante l’inaugurazione vengono annunciati i nomi dei tre vincitori del Premio Epson FAR per la ricerca artistica, giunto quest’anno alla sua V edizione e assegnato per l’occasione da una giuria composta da Carla Conca (Business Manager Videoproiettori di Epson Italia), Annie Ratti (Direttore Corso Superiore di Arti Visive) e Andrea Lissoni (storico dell’arte e curatore c/o Hangar Bicocca).
Il Premio è stato istituito nel 2006 grazie al contributo di Epson Italia, che ha deciso di sostenere i giovani artisti partecipanti premiando le opere di maggior interesse sotto il profilo della sperimentazione visiva.
L’esposizione è anche l’occasione per presentare la pubblicazione relativa al corso di quest’anno. Un vero e proprio progetto collettivo, discusso ed elaborato durante il corso e suddiviso in sezioni curate dai vari gruppi di lavoro. Pubblicazione e distribuzione sono a cura di Mousse Publishing.
Con il patrocinio del Comune di Milano e della Fabbrica del Vapore
Bio
Julia Brown
Ha un MFA ottenuto presso CalArts e un BA ottenuto presso il Williams College. Nel 2006 ha ricevuto il premio di pittura della Dedalus Foundation. Il suo lavoro è stato esposto a: Real Art Ways, Hartfor; PARKHAUS im Malkastenpark, Kunsthalle Dusseldorf; LACE, Los Angeles; LMAK Projects, New York; Greenleaf Gallery at Whittier College; 507 Rose Gallery, Los Angeles; Artists Space, New York. Ha anche frequentato recentemente la Skowhegan School di pittura e scultura e la Fine Arts Work Center, Provincetown.
Antonia Carrara
Nasce a Roma nel 1982. Vive e lavora a Parigi.
Formazione: 2009/2010 - LE FRESNOY, studio international des arts contemporains. DNSAP, ENSBA, Ecole Nationale Supérieure des Beaux Arts de Paris. 2008 - M.A. ENSAD, Ecole Nationale Supérieure des Arts Décoratifs.
Mostre: 2010 - «Ellypse», Moulins de Paillard, Francia; «Panorama 12, Soft Machine», Le Fresnoy, Francia
2009 - «The common player», Mediamatic Bank, Amsterdam; «Contemporary Flânerie: Reconfiguring Cities», Oakland University 2008 - «Video Bardo», Centre Culturel Borges, Buenos Aires; «Plektrum Festival of Visual Sound», Tallinn, Estonia; «One Minute Film & Video Festival», Aarau, Svizzera
2007 - «10 jours 10 artistes 10 vidéos», Palais de Tokyo, Parigi; « Les yeux grands fermés », La Générale, Parigi
www.antoniacarrara.com
Danilo Correale
Il lavoro di Danilo Correale è diretto allo studio dell’impatto sociale delle immagini e al potere che alcune realtà dell’industria culturale, spesso inscrivibili all’interno della “pop archive”, hanno di imporre una memoria collettiva. La sua ricerca indaga possibili strategie di resistenza alle forme di propaganda mediata dalla cultura visiva e alla proliferazione di false mitologie.
Correale è nato a Napoli nel 1982, laureato in Scultura nel 2006 presso l’Accademia di Belle arti di Napoli, e nel 2009 presso il corso di studi di arte visiva e pratica curatoriale della Naba di Milano. Ha, fra l’altro, partecipato al Simposio “What is real”, ICP Education Department di New York, al programma di residenza della Fondazione Spinola Banna e dello spazio autogestito PIST di Istanbul.
Abbey Staine Dubin
Laureata alla Columbia University a New York, ha ottenuto il Master in Fine Arts presso l’UCLA. E’ fra i collaboratori del progetto “Our Literal Speed”, una serie di eventi al confine fra arte e storia in Europa e Nord America. Ha partecipato a mostre collettive a New York, Los Angeles e Londra. I suoi attuali progetti esplorano le strutture dell’autorità attraverso installazioni, video e performance.
Laura Duran
Nata a Bogota in Colombia, attualmente risiede a Miami. Il lavoro collaborativo con il gruppo “Baby Names” che organizza mostre della durata di una notte all’interno dei motel, è attualmente una parte importante della sua pratica artistica. La sua ricerca, partita da un retroterra in pittura e scultura, ha mosso verso una pratica basata su processualità e forme di collaborazione.
Birte Endrejat
Avendo il disegno come sfondo osserva ed esplora situazioni, sviluppando esperimenti che a volte vanno oltre la comprensione del suo lavoro artistico. E’ un membro del collettivo di artisti marc. Attualmente risiede a Berlino e segue gli studi di Visual Art presso l’Hochschule für Künste di Bremen. I suoi lavori sono stati esposti in Germania, Montréal (Canada), Nagoya (Giappone), Latore (Pakistan), Botkyrka (Svezia), Zurigo (Svizzera), Bangkok (Tailandia) e Cambridge (USA).
Fausto Falchi
Laureato in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, sta attualmente seguendo il Corso di Laurea magistrale in Progettazione e Produzione delle Arti Visive presso lo IUAV di Venezia. Ha partecipato a laboratori con Jimmie Durham, Tania Bruguera, Marjetica Potrc, Antoni Muntadas, Benjamin Weil, Ciriaco Campus e Mino Trafeli. Nel 2004 ha fondato il collettivo artistico “Cerbero” (che è stato attivo fino al Maggio 2009), con il quale ha realizzato numerosi interventi di arte nello spazio pubblico, combinando tecnologia e performance. Attualmente la sua ricerca artistica è focalizzata sul problema endemico della relazione fra uomo e macchina e sull’indagine degli aspetti sociali della tecnologia. E’ un membro del collettivo “Sottobosco”.
Till Gathmann
Artista, tipografo e book designer, vive a Lipsia in Germania. Il suo lavoro indaga problematiche relative alla narrazione, all’allestimento ed alla semiotica della storia. Ha realizzato numerosi libri in collaborazione con artisti quali Peggy Buth, Sven Johne, Olaf Nicolai, Clemens von Wedemeyer. Ha insegnato tipografia alla School for Visual Arts di Lipsia, ed è co-fondatore di “Soir Critique”, serie di conferenze e seminari indipendenti presso la medesima scuola, che hanno affrontato temi come il Situazionismo, la NoArt, Samuel Beckett, ed il concetto di realismo nel cinema.
Adelita Husni-Bey
Artista italo-libica, nata a Milano nel 1985, nel 2003 si è trasferita a Londra, dove sta frequentando un BA in Fine Arts presso il Chelsea College of Art and Design, nonché un MA in sociologia e fotografia presso il Goldsmiths. Il suo lavoro affronta le modalità di costruzione della memoria collettiva, le articolazioni di una possibile grammatica della resistenza e forme di contestazione della geografia attraverso l’uso di film, fotografia e pittura.
Kentaro Ikegami
Nato a Tokyo, Giappone, nel 1986. Ottiene il BFA in scultura e installazione presso l’Ontario College of Art nel 2008 e un MA in Fine Art Media nel 2010. Ha vissuto a Hachinohe, Yokohama, e Tokyo, nonchè a Washington D.C, a Toronto e a Londra.
François Lemieux
Nato nel 1979 a Québec City. Dal 2007 ha sviluppato una pratica artistica che fa riferimento all’arte, all’architettura e al design. Il suo lavoro implica un commento critico ai meccanismi dell’economia, nonché alle relazioni che esistono fra gli oggetti, i mezzi della loro produzione e le circostanze della loro presentazione e ricezione.
Eric Martijn
Scultore, vive ad Amsterdam. Piuttosto che considerare le relazioni spaziali come un dato acquisito, il suo lavoro tenta di trasporre la realtà attraverso un intervento diretto, mettendo così in questione i parametri esistenti e l’esperienza dello spazio. Il suo intervento può risultare imponente o sottile, ma in ogni caso tenta di creare un nuovo insieme di accordi spaziali nei quali l’architettura cessi di essere una struttura imposta e diventi l’oggetto di una misurazione calibrata sulla dimensione umana. Tale nuova esperienza impegna l’osservatore in un dialogo, all’interno del quale si possa formare un nuovo livello di comprensione di ciò che ci circonda. A tale processo si può dare il nome di “spatial engineering”. Ogni materiale è scelto con cura sia concettualmente che dal punto di
vista scultoreo. La sua ispirazione prende forma a partire dagli specifici materiali che vanno a costituire uno spazio, nonché dalle interazioni sociali che si creano in esso: i materiali sono scolpiti e ricombinati per creare nuove realtà.
Ludovic Méhauté
Nato nel 1980 a Saint-Brieuc, Francia, vive e lavora a Berlino. Lavorando sia a livello individuale che in collaborazione, l’artista usa gli spazi pubblici come luoghi di sperimentazione. Gli oggetti raccolti durante le sue ricognizioni del territorio sono re-interpretati come opere d’arte attraverso la fotografia, il video, l’installazione ed il disegno. Tale processo è centrale nella sua esplorazione di come l’uomo percepisce i fenomeni naturali e quelli sociali.
Emily Morant
La sua pratica artistica è incentrata sulla ricerca dei modi di distinguere la transizione fra l’idea di “spazio” e quella di “posto”. L’artista avverte il bisogno di sviluppare un più ampio interesse e curiosità rispetto all’area in cui vive, e ciò è dovuto alla potenziale esperienza di alienazione dei suoi immediati dintorni. Il suo intento è quello di generare un più ampio livello di consapevolezza relativamente alla percezione del rapporto tra pubblico e privato, fra interno ed esterno, fra realtà e finzione, come esempi di crescita di un’identità legata ad un luogo. Attraverso uno scambio tra se stessa e il paesaggio, l’artista tenta di fornire una critica giocosa del concetto di periferia suburbana, e di ispirare azioni effimere a beneficio di altre persone con lo scopo di arricchire l’esperienza di un determinato luogo.
Elaine Marianne Reynolds
Ha studiato presso il National College of Art and Design di Dublino e presso l’Università di Ljubljana, Slovenia. Laureatasi nel 2007, attualmente vive nel nord-ovest dell’Irlanda. La sua pratica artistica è fortemente orientata verso la ricerca e la progettualità, e tende a utilizzare l’azione dal vivo e il mezzo video. Alcuni luoghi accuratamente scelti, con le loro qualità intrinseche, sono un elemento essenziale di tale ricerca. Spesso le sue opere mettono insieme tracce di associazioni libere con verità storiche e scientifiche. Causa/effetto, ripetizione e ciclicità sono temi ricorrenti. La documentazione di eventi unici è interpretata nel senso più ampio, e può prendere la forma di un testo, di un’immagine, di un oggetto, di un’esperienza.
Fabrizio Sartori
Nato nel 1980 a Roma, dove vive tuttora. Dopo gli studi in architettura ha approfondito la sua ricerca nel campo delle arti visive.
Alcune cose da sapere su di lui:
- soffre di vertigini
- ama gli animali, ma non gli invertebrati e gli aracnidi
- è viaggiatore per natura, ama spostarsi, anche solo di poco
I mezzi e le tecniche che utilizza sono i più vari, ma ha più volte dovuto riconoscere a se stesso e agli altri di favorire una visione bidimensionale.
Walter Benjamin Smith
Nato negli Stati Uniti, lavora a New York fin da prima dell’11 settembre
Elisa Strinna
Nata a Padova nel 1982; dopo essersi diplomata all’Accademia di Belle Arti di Bologna, nel marzo 2010 consegue la laurea specialistica in Arti Visive presso lo IUAV di Venezia. L’artista nel suo lavoro tende a sviluppare vari ambiti di ricerca, sia da un punto di vista stilistico che concettuale; affrontando medium e materiali diversi in questi ultimi anni si è concentrata in particolare sul linguaggio e sulle possibilità della traduzione, studiando varie modalità di trasmettere la storia. Nel 2008 è assegnataria per un anno di uno degli studi della Fondazione Bevilacqua la Masa di Venezia. Tra le principali mostre: “Elusive” (2010) a cura di Jimmie Durham, RAM, Roma; “Eppur si Muove” (2009) a cura di Inti Guerrero, Julia Klaring, Pieternel Vermoortel, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene; “OPERA 2009”, a cura di Mara Ambrozic e Stefano Coletto, DOCVA, Milano; “Iuav al MAXXI” (2008), a cura di Cornelia Lauf e Angela Vettese, museo MAXXI, Roma
Oriol Vilanova
E’ architetto laureato presso l’ETSALS di Barcellona.
E’ interessato ai processi del collezionare, del recitare, del pubblicare. Ha partecipato a mostre collettive fra cui “Guia secreta de la Ramala”, Virreina, 2010, “Have a look! Have a look!”, FormContent, Londra 2010, “The Malady of Writing”, MACBA, Barcellona 2009 oltre a mostre presso Afterall Online, Nogueras Blanchard Gallery, Casa Encendida Madrid, Espai Zer01, Circulo de Bellas Artes de Madrid, Museu Abelló, Centre d’Art Roca Umbert, La Capella, La Sala d’Art Jove, e all’interno di programmi quali Barcelona Producció, Injuve, Sant Andreu Contemporani e Idensitat. Sta lavorando a prossimi progetti presso CA2M, Virreina, and CNEAI Paris. In collaborazione con il curatore francese Thomas Boutoux dirige l’editoriale eff.
www.oriol-vilanova.com
Opere
Julia Brown
Live feed
2010
Video proiezione a colori in loop
Filmato di una stazione di controllo e dell'operatore addetto al processo di stampa in una fabbrica italiana di tessuti in seta di lusso; ovvero, “l'istintiva e meditativa attitudine alla privacy “ (Glück), prima di “Lasciare la fabbrica”.
Antonia Carrara
Secret Portrait with W.B.
2010
Installazione, doppia proiezione (film super8 trasferito su dvd / audio), loop, 5'
Con Walter Benjamin Smith
Riprese: Antonia Carrara ed Adelita Husni-Bey
Il giovane Walter Benjamin, accidentalmente omonimo del filosofo, effettua una visita guidata alle residenze d'artista costruite sull'Isola Comacina negli anni Trenta e commissionate da Mussolini. Questi edifici, a lungo abbandonati, sono appena stati restaurati. Una voce fuori campo, liberamente ispirata dai testi del pittore M.Radice e dello storico R.G. Collingwood, discute le relazioni tra razionale ed irrazionale, scienza della storia e della natura.
Danilo Correale
The fact has been announced...
2010
Materiali vari, xilografia, traccia audio
“The Illustrated London News” è stato una delle prime riviste a comprendere l'importanza del racconto testuale associato a quello iconografico. Molto prima che i processi di riproduzione dell'immagine fotografica potessero entrare nei sistemi di stampa, questa pubblicazione presentava pittoresche xilografie di luoghi inesplorati, fatti di cronaca, vicende storiche, scontri, e naturalmente catastrofi di vario tipo. Grande attenzione era data alla narrativa dell'Evento, e ancor più ampio lo spazio dedicato a immagini e testi sull'argomento. Il testo in oggetto è un affresco di un epoca in cui non vi è niente di sensazionale, tutto sembra avvenire in quanto naturale evolversi delle cose; è però già evidente l'attrattiva turistica creata dall'evento. Il Fatto fà riferimento ad un’eruzione vesuviana, in un punto diverso dal cratere principale, nello specifico tra Ercolano e Torre del Greco (il luogo in cui sono cresciuto), e dove attualmente risiede una popolazione di circa trecentomila persone. Non esiste una narrativa capace di raccontare le implicazioni del vivere in un area così definita, così come non esiste una metodologia per rappresentarla; l'esperienza collettiva è l'esperienza del singolo, la traduzione pressoché impossibile.
Abbey Shaine Dubin
Our Literal Speed
2010
Installazione
Questa installazione multimediale ha, come suo punto di partenza, il concetto di letteralità.Essa consiste di una base, di uno sgabello, e di un gruppo di persone. Dalla giustapposizione di relazioni emerge un apprendimento con una qualità vernacolare.
Laura Durán, Fabrizio Sartori
La Soledad/La Solitudine
2010
Video-installazioneLaura Pausini (Faenza, 16 maggio 1974) è una cantante e cantautrice italiana. Ha iniziato la sua carriera nel 1993, vincendo il Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte con il brano La solitudine[2], ed è considerata una delle cantanti italiane più popolari dei nostri giorni[3]. Ha raggiunto il mercato discografico internazionale, incidendo brani in spagnolo, portoghese, inglese e francese ed ottenendo importanti successi in molti paesi dell'America Latina e dell'Europa[3]. Nella sua carriera ha venduto circa 70 milioni di dischi[3] ed ha ottenuto diversi riconoscimenti internazionali, compresi un Grammy Award, vinto l'8 febbraio 2006 nella categoria Miglior album Pop latino dell'anno con Escucha[4][5] e 3 Latin Grammy Awards nella categoria Miglior album Pop femminile, vinti nel 2005 con Escucha[6][7], nel 2007 con Yo canto[8][9] e nel 2009 con Primavera anticipada[10][11]. Nel 2006 è stata insignita del titolo di Commendatore della Repubblica Italiana[12][13][14].
Laura Durán
Gob'ble-dy-gook'
2010
Compact disk impilati, suono, carta
Gob'ble-dy-gook': discorso pomposo e verboso; scritto privo di significato
Birte Endrejat
dedicated t. (edition, A3, BIO TOP 3 / 80g)
2010
Il tempo dedicato a realizzare un’opera sarà convertito nella misura del mio stesso lavoro manuale. Il risultato prodotto è offerto al pubblico della mostra, che lo potrà portare via. Ogni foglio di carta riporta la frase, che oscilla fra la speranza e la disperazione.
Fausto Falchi
Sciopero a gatto selvaggio
2010
Installazione, 300 maneki neko dorati su pavimento
Lo sciopero a gatto selvaggio è una forma di lotta operaia praticata negli anni '60 e '70 con azioni improvvise e difficilmente prevedibili; esso mirava a paralizzare le linee di produzione nei grossi impianti industriali. Nei luoghi della produzione seriale, basati sul sistema a catena, gli operai sabotavano la linea di produzione interrompendo il lavoro in modo alternato. I maneki neko, generalmente usati come portafortuna nella tradizione orientale, inscenano una protesta collettiva sovvertendo la loro funzione di pezzi singoli. Presentandosi come moltitudine, ossessionata da un ticchettio incessante, irrompono nello spazio con una rivendicazione: vanno a correggere la fortuna. (Pasquale Nunziata)
Till Gathmann
The Fascist Kindergarten
2010
81 diapositive, poster
The Fascist Kindergarten (L'asilo fascista) presenta alcune note sul rapporto fra fascismo e architettura, Mussolini e Terragni, con particolare riferimento all'Asilo Sant'Elia di Como.
Till Gathmann
Traçage automatique
2010
Matita su pavimento
Disegno di Francesco Ambrosio
Traçage automatique è stato disegnato da un bambino su un triciclo, sul quale è stata montata una matita.
Adelita Husni-Bey
Lethe
2010
S8 trasferito su dvd, loop, 4'20”
Progetto audio di Joe Zietlin
Courtesy Galleria Laveronica, Modica (RG)
Lethe si basa su una ricerca d’archivio condotta nell’estate del 2010 nella zona del lago di Como. Attraverso interviste a storici della seconda guerra mondiale, articoli, libri, documenti e placche commemorative, si è tentato di ricostruire il luogo geografico esatto delle fucilazioni di partigiani nella zona tra Porlezza, Monte Bisbino e Rampogno. Lete, il fiume dell’oblio e della dimenticanza nella mitologia greca, è una riflessione sulla natura speculativa delle ricostruzioni basate su informazioni storiche, e del processo di mitizzazione che esse producono. Ogni scena mostra l’im/possibilita’ di ‘ri-vivere’ ad infinitum gli ultimi 10 secondi della vita di un partigiano, riprendendo la sua sconfitta, la sua negazione, il protrarsi della sua morte attraverso lo specchio cruento della cinepresa.
Kentaro Ikegami
The Enemy Is Inside
2010
Cornice digitale, addobbo, fotografie digitali
The Enemy Is Inside (Il nemico è interno) è una collezione di fotografie scattate da un anonimo cingalese in varie località italiane. E’ presentata in una cornice digitale con una croce in argilla attaccata di lato.
François Lemieux
Untitled (welcome the crowd and)
20.07.2010 – 26.10.2010
Eric Martijn
Untitled
2010
Proiezione digitale della fotografia del cartello “divieto di affissione” (Via Ceresio 9, Milano) sui muri dello spazio espositivo.
“Divieto di affissione”, ingiunge il cartello affisso in Via Ceresio, Milano. Costruito in pietra e fermamente cementato all’interno dell’architettura urbana, il segnale tenta di fissare un potenziale spazio fuori dal controllo istituzionale (‘nonstate space’, Scott). Ciò facendo, in effetti propone una regola del tipo: “fai come ti dico, non fare come faccio”. Proprio attraverso questo paradosso, lo Stato rivela la vera natura del suo potere. Estrapolato dal suo contesto urbano, il segnale viene ora proiettato sul muro “intoccabile” dello spazio espositivo.
Ludovic Méhauté
Le voyage du vélo-poisson et de la fontaine / The travel of the fish-bicycle and the fountain
2010
Bicicletta, fontana, monitor, video, iPhone, colore, audio, 6' 40”
A seguito della scoperta di una bicicletta abbandonata sulla riva del lago di Como, l’artista ha rivolto il suo interesse a questa bicicletta e insieme al lago dove era stata lasciata da mesi. La bici è quindi stata utilizzata per portare acqua del lago fino al centro di piazza Cavour, dove l’acqua stessa si è a poco a poco dispersa. Ri-creazione di una fontana nella spazio vuoto della piazza, la cui storia è legata al lago.
Emily Morant
Welcome to Como, 6152
2010
Fotografia
La pratica artistica di Emily Morant fa convergere la scultura, la performance e la fotografia, con una investigazione cinica, ironica e inevitabilmente futile, su come mettere sullo stesso piano la cultura della periferia dell’Australia dell’ovest e una scena internazionale. L’attenzione dell’artista è rivolta alla relazione fra l’individuo e il paesaggio, e ai sentimenti di dislocamento e di insignificanza che tale relazione può fare emergere.
Elaine Marianne Reynolds
All…or virtually All
2010
Tessuto in seta lavorato a mano, telaio di mogano, testo, imballaggi ed etichette artigianali. La bandiera ibrida è stata tessuta a mano in Irlanda usando sete importate da varie località di tutto il mondo. Il lavoro tessuto è stato quindi portato a Milano dove gli stadi finali della produzione sono stati completati e dove è stata apposta l’etichetta “Fabbricata in Italia”. Questo gesto vuole essere una risposta alle implicazioni economiche e agli insensati standard che regolano il sistema internazionale di etichettatura dei prodotti. Negli Stati Uniti, per esempio, la legge stabilisce che, per poter avere l’etichetta “Made in USA”, “tutti o virtualmente tutti” gli stadi di produzione devono aver luogo nel paese. Nell’ottobre 2010 il governo italiano ha emanato una nuova legge secondo la quale, se almeno due degli stadi di produzione vengono completati in Italia, il prodotto può essere etichettato come “Made in Italy”. All…or virtually All si riferisce anche alla tradizione industriale comasca della sericultura e della produzione di tessuti in seta e ai modi in cui tali industrie hanno dovuto adattarsi alle nuove condizioni dell’economia globalizzata. Per competere a livello internazionale è diventato necessario importare filature e tessuti di seta già trattati in Cina. Queste sete possono poi, subendo i soli processi di colorazione e di stampa a Como, essere etichettate come “Made in Italy”.
Fabrizio Sartori
We don't know today what could happen tomorrow (remedying)
2010
Video dvd, 15'
Ho costruito un piccolo rifugio all’interno di una caverna in un sito archeologico, chiuso al pubblico di notte. Ho passato tutta la notte a disegnare e dormire. Sono uscito solo quando il sole è sorto di nuovo. Il mio obiettivo era quello di vedere e riprendere il modo in cui la luce dell’alba avrebbe modificato le antiche rovine romane. Sarebbe questo il momento più bello ed estatico in cui poter osservare quelle rovine. Accade solo quando lo spazio è chiuso e vuoto. Accade da solo e per sé stesso. Nessuno può vederlo.
Walter Benjamin Smith
THE AMERICAN
2010
Stampe retro-illuminate, metallo
Walter Benjamin Smith
Soft Division
2010
Metallo, catena, gancio per pratiche sadomaso
Nuova finalizzazione per una seduta 'new age' da parte di un free-lance agnostico yoga-appropriazionista rappresentante del 'cognitariato' adulto su una base per scultura
con muri soffici
per i genitali americani di Hans Haacke
fatti senza muri
Walter Benjamin Smith
The Costumi di Mezzo Canvass (L'inchiesta dei costumi di mezzo)
2010
Due italiani in età universitaria, uniformi, testo, portablocco, opuscoli
Performance.
Giovedì 4 novembre 2010 dalle 14 alle 15, all'incrocio tra Corso Buenos Aires e Viale Tunisia
Elisa Strinna
Polvere
2010
Video-installazione, 11'
Nel passato il Veneto è stato soggetto a frequenti fenomeni di emigrazione, dovuti alla povertà e a condizioni economiche poco favorevoli. Nel periodo tra l’unità d’Italia e i primi del Novecento risultava una delle regioni con il maggior numero di migranti: sono stati diversi milioni i veneti che hanno lasciato la terra d’origine per trasferirsi in tutto il mondo alla ricerca di fortuna. Chi non è più tornato ha contribuito a creare nuove comunità nei luoghi in cui si è insediato, dove spesso convivono culture e tradizioni di origini diverse. Polvere nasce come un confronto tra la realtà odierna del Nord-Est italiano - terra protagonista in anni recenti di un sostenuto sviluppo economico, e di conseguenza meta di flussi migratori - e il suo passato. Un breve video racconta l’esperienza di una giovane, figlia di “chi era partito”, impegnata a visitare la “terra d’origine” nel desiderio di trovare un segno di appartenenza alla comunità delle sue radici. La memoria personale della protagonista si confronta con una rimozione collettiva.
Oriol Vilanova
Inutile et Significatif
2010
Stampa su carta
Oriol Vilanova
Possibilities of Repetition
2010
Fotografia
Messaggi simbolici e rappresentazioni sociali: toujours la même chose. La dialettica della ripetizione è semplice e facile, dal momento che ciò che si ripete è già stato, altrimenti non potrebbe essere ripetuto. Nondimeno, il fatto che sia la ripetizione di qualcosa che è già stato, è ciò che dà il carattere di novità alla ripetizione stessa. Essa può essere variante, e così includere una differenza al suo interno. Inutile e non necessaria, la standardizzazione è ciò che trasforma un certo ambiente in un semplice schema.