Orestis Mavroudis • Immagine, titolo, spazio intermedio
Careof, nell’ambito del progetto FDV Residency Program in collaborazione con l’Università di Ioannina (Grecia), presenta i lavori del giovane artista greco Orestis Mavroudis (1988, Atene) realizzati durante il suo anno di permanenza a Milano.
Orestis si muove fra fotografia e video con un linguaggio maturo e raffinato dove il video è spesso “fotografia in movimento”. Con opere intese come frammenti di una narrazione più ampia e aperta, parla di “romanticismo della semplicità, dell’ovvietà e dell’impossibile”. I dettagli delle cose che osserva assumono un valore assoluto, come una bambina che tiene in mano un cono gelato, uno strano vortice di spazzatura dalla forma in continua evoluzione o gli interni di un appartamento osservato dall’alto di una scala. E ancora l’impercettibile passaggio di un insetto sul lago Pamvotis di Ioannina o le fluorescenze verde intenso di uno scenario paludoso date dall’eccesso di plancton.
La presentazione a Careof si concentra su un trittico video costituito da Piccolo disaccordo 723, Rudi, andiamo! eTo be on the top is symbolic (2011). Le inquadrature fisse sembrano voler assorbire la luce e l’atmosfera che pervade la città all’alba, mentre la videocamera rimane immobile a cercare nel paesaggio urbano tracce di presenze umane. I protagonisti sono la ruota immobile di un Luna Park, una ragazza seduta su un ramo e le vette di edifici immersi nel rumore della strada alle prime luci del mattino.
Le opere presentate sono anche parte di un percorso di riflessione che Orestis sta sviluppando per la sua tesi di Laurea da un lato intorno all’uso della parola come segno visivo parte dell’immagine e dall’altro come riflessione intorno al titolo e alla sua relazione con l’opera. Ciò che viene indagato è la dimensione di uno spazio intermedio considerato come luogo di interazione tra l’immagine e il suo titolo.
Oltre al trittico, sono in visione i lavori fotografici This is what I mean when I say goodbye (2011) e I made this for her smile (2012) e i video Limone e fragola (2012) e All the fucking kinds of nature (2012).
Con il contributo di Fondazione Cariplo e Fondazione Banca del Monte di Lombardia