Belen Zahera • Ob Skené
A CURA DI
Veronica Valentini
CON LA COLLABORAZIONE DI
Karlos Gil (soundscape), Jasmine Delle Vedove (voce) e Controlmad
27.11.2017 ore 19.00
La residenza di Belen Zahera fa parte di Theory of Leaves, programma itinerante di ricerca artistica concepito da EMMA e sviluppato in collaborazione con Careof
Nell’ambito della collaborazione con EMMA, Careof presenta Ob skené, un’installazione sonora di Belen Zahera (Madrid, 1985), concepita come parte di un lavoro più ampio, cominciato lo scorso ottobre durante il periodo di residenza a Milano. Il progetto indaga il linguaggio come strumento ambiguo, adottato per capire, ma anche, il più delle volte, per ingannare.
Nell’antico teatro greco, la morte dei personaggi e altri episodi di violenza dovevano prendere luogo ob skenè, ovvero fuori dal palco, perché considerati troppo offensivi per essere visti direttamente dal pubblico. Nel corso degli anni i linguisti hanno affermato che l'etimologia della parola "osceno", che significa "ciò che è offensivo per i sensi o il gusto", potrebbe essere fatta risalire alle origini del teatro e più precisamente al termine "ob skené", dato la sua simile morfologia e la sua relazione con un certo grado di occultamento.
Per quanto logica o accattivante possa essere questa teoria, la verità è che non è mai esistita una chiara continuità tra le due parole. L'aggettivo "osceno" non aveva nulla a che fare con la parola "skené" o "scena" e invece trova le sue radici nel linguaggio previsionale, nel prevedere il futuro, e si riferisce a un cattivo presagio – diventando quindi sgradevole da vedere.
Tra ciò che deve essere nascosto e ciò che appare come un segno di cattivo presagio, cioè tra l'invisibilità e la visibilità, la logica di discontinuità, basata sul linguaggio, è costantemente al lavoro. Il linguaggio diventa un'operazione impura di mascheramento e smascheramento, uno strumento per capire, ma anche, il più delle volte, per ingannare. Seguendo queste idee e la pratica generale dell'artista, il progetto Ob skené approfondisce il funzionamento del linguaggio e della materia dal punto di vista del taglio, dell'interruzione e di quello che viene tralasciato e acquisito nell'azione di tale taglio o associazione. Il lavoro si presenta come una scena parziale sotto forma di un'installazione audio e sperimenta lo spiegamento di immagini mentali, a metà strada tra la memoria e l'immaginazione.
ARTIST BIO
Belén Zahera (Madrid, 1985)
makes art, researches and occasionally writes. Her work usually intertwines reiterative figures and discursive strategies through using the media as text, sculpture, installation or video.
She is interested in the surface, in the brain functioning and other self-organized systems and in the tension between form and content, that actually explores through the relation between “ensayo” (which means both wise and challenge in spanish) within herself. She works in Madrid.
She graduated in Fine Arts at University Complutense (Madrid), and obtained an MA in Fine Art at la Slade School of Fine Art (University College London). Currently she is a PhD student at Universidad Complutense de Madrid in Fine Arts and studies theatre direction. She worked with Silvia Cuenca Sanz (zahera+cuenca), has co-founded Salon Flux (London) and has been a member of Proyecto Rampa (Madrid). She is currently part of the collaborative project (play)ground-less.
She won the Visual Arts Grant (Botín Foundation, 2014) and the Generation Art Price (Fundación Montemadrid 2014)
EMMA
Emma is a non-profit organisation founded in Spain in 2016 from the desire to support and share artistic knowledge production and practice by creating learning and residential opportunities for artists and other cultural producers through diverse forms of presence such collective gatherings and presentations.
Emma works as a self-organised collaborative and curatorial initiative and operates on a national and international scale starting the annual agenda with an encounter among an ensemble of guests temporally gathered in picked venues. Context (hosting structure and territory) and content (common studies) are taken into account for the construction of the meaning of the encounter itself whose outcomes will inform the program of residencies and exhibitions that has to come elsewhere. A publication with the contributions of all participants will complete the ongoing exploration. Emma and the annual roaming program of artistic research is conceived and curated by Veronica Valentini and developed & co-produced in partnership with a multiplicity of associates (individuals, nonprofits and institutions) coming from various areas of society aiming to support artistic practice during the project and production phases.