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2018

Danilo Correale - Diranno che li ho uccisi io

Diranno che li ho uccisi io
33', 4K
[2018]

Diretto da Danilo Correale


Il film è il risultato di un’indagine approfondita sul cinema italiano che va dagli anni ’50 agli anni ’80 del Novecento e che per ragioni diverse è rimasto inscatolato in faldoni d’archivio in forma di sceneggiatura, o nella mente di registi in forma d’idea, senza mai essere diventato film per motivi di censura.

Passando attraverso la nascita della Repubblica nel 1946 e l'egemonia politica della Democrazia Cristiana, il cinema italiano è stato infatti penalizzato da una sorta di saltuaria castrazione. È accaduto per ragioni politiche, religiose, morali, di costume e in molti casi anche economiche, costringendo autori d'indiscusso prestigio a forzare scelte stilistiche e di contenuto per riuscire a non infrangere la legge sulla censura che, pur attraverso modifiche e correzioni, dal 1962, resta attiva ancora oggi.

"Diranno che li ho uccisi io" è un film che prova a ricostruire frammenti di questo cinema dimenticato, in un gioco immersivo di luci, ombre e movimenti di macchina. Tra le varie sceneggiature emerse dalle ricerche e dalle letture che hanno alimentato il desiderio e l’indagine di Correale, spuntano temi e tabù quali il colonialismo europeo, il femminismo, la lotta armata, la resistenza, la differenza di classe e la religione, oltre a stili cinematografici diversi, che hanno ispirato la realizzazione di questo film.

Questo film collega idealmente e in forma di pura evocazione, sei sceneggiature, ma anche sei generi cinematografici e sei argomenti sotto-rappresentati a partire dalla caduta del fascismo fino alla nascita della TV privata italiana.

“Nel periodo che ha preceduto la produzione si sono alternati sentimenti opposti, momenti di euforia e di sconforto ai quali solo un atto di resistenza a un presente politico sempre meno abitabile poteva dare senso. Da qui, la necessità di costruire una contro-narrazione di una piccola grande storia: non solo quella del cinema e del suo apporto alla cultura di massa italiana, dal post-fascismo al 1984, ma anche quella di una storia culturale collettiva che ha urgente bisogno di essere decostruita e riscritta” scrive Danilo Correale nelle note di regia che accompagnano la pubblicazione.


"Diranno che li ho uccisi io" è stato prodotto dall'artista dopo aver vinto l'edizione inaugurale dell'Italian Council (2017), un concorso a premi ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane (DGAAP) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali per promuovere l'arte contemporanea italiana nel mondo. Come parte del premio, il film entrerà a far parte della collezione del MART - Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto e nel 2019 anche presso lo spazio espositivo del Museo MAC di Belfast, partner del progetto.

Una proiezione speciale del film sarà presentata negli spazi di Magazzino Italian Art, in Cold Spring - New York il 17 novembre 2018.

"Diranno che li ho uccisi io" è anche il titolo del libro d’artista edito da Nero Edizioni (Roma)
in uscita a settembre 2019.

SINOSSI

"Diranno che li ho uccisi io" è un viaggio caleidoscopico nella vita sospesa del cinema italiano mai realizzato o
lasciato incompiuto.

Un archivista solitario - Ernesto Mahieux - vive in uno spazio burocratico senza
tempo in cui, una cascata di storie dormienti è in attesa di riconciliarsi con la
propria esistenza e rappresentazione. La fervida immaginazione dell’archivista,
conduce il visitatore a sperimentare frammenti di storie rimaste segrete,
raccontate in un flm sul colonialismo italiano o in un thriller sulla storia del gruppo
terroristico italiano (BR) fno a un dramma romantico sulla vita di Simone Weil.

Il progetto collega non solo sei sceneggiature mai realizzate, ma anche sei generi
cinematografci e sei argomenti sotto-rappresentati nella storia del cinema italiano,
a partire dalla caduta del fascismo fno alla nascita della TV privata italiana.

BIOGRAFIA

Danilo Correale è un artista e ricercatore italiano che vive e lavora a New York. Il suo lavoro si concentra sull'analisi di aspetti della vita umana come il lavoro, il tempo libero e il sonno nel tardo capitalismo. I suoi progetti utilizzano un'ampia gamma di strategie visive e collaborative che enfatizzano la parentela tra il tempo e il corpo associata a malattie del tempo presente come la stanchezza, la letargia, la noia e l'immobilità.

La ricerca iconica di Correale sul sonno, il tempo libero e il rifiuto del lavoro rappresenta una fonte in continua espansione per nuove opere d'arte e progetti speciali, pertanto il corpo di lavoro si evolve e spesso si adatta a commissioni specifiche e interazioni con il pubblico.

Danilo Correale ha conseguito un MFA in Visual art and Curatorial Studies presso NABA, Milano, IT, ed è stato premiato con una Research Affiliate Fellowship presso la Columbia University NY nel 2017. Ha partecipato a Skowhegan, scuola di pittura e scultura, e a molti altri programmi di residenza e borse di studio in Europa e negli Stati Uniti.

Il suo lavoro è stato pubblicato da NERO publications (Roma), Archive Books (Berlino), FEC (Italia) e Decelerationist Reader (USA).

SCHEDSA TECNICA, CAST E CREDITI

Diranno che li ho uccisi io
33', 4K
2018
Written and directed by Danilo Correale

Original soundtrack: Diego Buongiorno
Voice-over: Beatrice Catanzaro, Emanuele Aleotti, Francesco Venturi
Project/script: Danilo Correale
Con Ernesto Mahieux nel ruolo di Archivista, Claudio Morganti nel ruolo di Carmelo Bene, Daniele Balicco nel ruolo di se stesso, Marta Bianchi, Aurora Morelli, Ando, Clara Crescini, Francesco Napoli
Editing and postproduction: Aniello Giordano
DOP and Camera: Roberto Beani
Second Camera: Massimo Mahieux
Gaffer and lights: Simone Tacconelli
Boom operato: Francesco Amodeo
Grip: Cristian Manini, Filippo Negrello
Sound editing and Mixing: Nicola Itro
Set Designer: studio GISTO (Alessandro Mason, Matteo Giustozzi)
Research: Danilo Correale, Vasco Forconi
Script consultant: Massimo Zordan
Script Supervisor: Vasco Forconi
Set photographer: Mauro Baldacci
Service: Moovie
Recording studios: SAE Institute Milano, Show Biz
Production: Careof
Curator and head of production: Martina Angelotti
Coordination and technical service: Marta Bianchi
Logistics and set up: Lia Manzella
Organization and cast: Aurora Morelli
Logistics assistant: Maria Peschiera

Co-production: MAC Museo d’arte contemporanea di Belfast
Acquisizione in collezione: MART - Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento Rovereto

Il film ha tratto ispirazione da sceneggiature e racconti di autori
quali Dario Argento, Carmelo Bene, Claudio Caligari, Liliana Cavani,
J.P Sartre - Sergio Spina e Augusto Tretti.