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c/o careof

Organizzazione non profit per l'arte contemporanea

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Heather Burnett e Marina Fulgeri • Punto di fuga

Il 2 dicembre 2002 alle ore 18,30  negli spazi espositivi di Careof, alla Fabbrica del Vapore, si inaugura la mostra Punto di fuga che presenta i lavori delle artiste Heather Burnett e Marina Fulgeri.

Di Heather Burnett, artista inglese residente a Londra e alla sua prima mostra personale in Italia, verrà presentato il video Witness:AnAesthetic.  Montato con materiale di repertorio girato in Sierra Leone durante la guerra civile e fotogrammi tratti da film hollywoodiani, il lavoro riflette sulla nostra assuefazione alla violenza e su come la sua rappresentazione sia entrata nella pratica quotidiana dell’intrattenimento. La ricerca dell’artista ruota attorno all’iconografia della guerra e alla sua spettacolarizzazione da parte dei media. L’interesse per questi temi è nato durante un soggiorno in Bosnia dell’artista e in occasione di incontri con giornalisti politici che hanno documentato azioni in diverse zone, terreno di scontri. La violenza e la crudezza di alcune immagini interrogano lo statuto delle immagini, il loro potere e i confini tra realtà e finzione, diventati sempre più labili, sino a confondersi in un immaginario indistinto che funziona da anestetizzante.

Marina Fulgeri, giovane artista italiana di Bologna, presenta un progetto dal titolo Tutto previsto-tutto calcolato, pensato appositamente per lo spazio. Composto di più parti, è imperniato sui temi della sicurezza e della salvaguardia, diventati un’ossessione per la società contemporanea. Nel cortile due cartelli segnaletici di sicurezza invertiti si indicheranno l’un l’altro annullando di fatto la loro funzione. Accanto si troverà un’installazione luminosa d’emergenza, costituita da due finte porte di carton gesso, due possibili ma illusorie vie di fuga, veri e propri monumenti all’uscita di sicurezza che rivelano soltanto la loro inutilità. Tutto è sovradimensionato e inservibile: le maniglie troppo alte, l’altezza delle porte doppia di quella reale; infine la videoinstallazione dal titolo To be always into the move è un invito a farsi catturare dalle suggestioni e a cercare il sempre diverso nel sempre uguale. I lavori delle due artiste riflettono sotto angolazioni diverse sull’attuale stato psicologico di pericolo e di emergenza permanente in cui viviamo, alimentato dai mezzi di comunicazione.