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c/o careof

Organizzazione non profit per l'arte contemporanea

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Valentina Coccetti • Videoworks 1997 - 2001

A CURA DI
Maria Rosa Sossai

Dal 03.06.2001 al 07.07.2001

Negli ultimi dieci anni il video è diventato un territorio di sperimentazione visiva privilegiato dalle artiste. Le ragioni sono molteplici, e vanno dalle sue qualità specifiche, ovvero duttilità e nascita recente, senza quindi ingombranti legami con la tradizione patriarcale, sino alla possibilità pressoché illimitata di ‘registrare’ la realtà esterna e interiore e di trasformarla in immaginario visivo. L’opera video di Valentina Coccetti si inscrive in questo contesto sia per l’uso sperimentale e diversificato del mezzo (pittura e letraset su pellicola, animazione su carta, découpage, superotto e digitale) che per i temi affrontati soprattutto negli ultimi lavori (racconto di sé e della propria storia familiare).

I disegni graffiati sulla pellicola dei primi video, Maracanà (1997), Due passi (1998), Trailer (1999), Festa mobile (1999), costruiscono puzzle di immagini in continua mutazione, i cui tasselli scorrono velocemente dando vita a una foresta di segni e a un vocabolario personale e intimo che permette all’artista di esplorare in modo approfondito il potenziale espressivo dell’immagine in movimento e di coniugare un linguaggio ricco di stimoli visivi e percettivi. In Souvenir (2000) l’artista attinge a un ricco repertorio di immagini stilizzate: fiori, forme astratte, macchine, biciclette, figure umane che si alternano con un ritmo visivo incalzante, in sintonia con il sonoro di un treno in corsa. E’ lo stesso ritmo che domina anche Countdown (2000) dove la successione delle cifre di un orologio digitale impazzito sembra accordarsi con il frastuono del traffico della piazza sottostante, in un tempo ormai avulso da qualsiasi flusso cronologico ordinato.

Oh Valentina (2000) e Il monte dei cocci (2001) segnano un cambiamento stilistico ed estetico. Il tema dominante in Oh Valentina è il percorso à rebours nel tempo dell’infanzia, evocato da una voce infantile che recita la poesia di Pascoli e dalla telecamera che guida lo spettatore su per le scale dell’edificio scolastico dove la Coccetti ha frequentato le classi elementari. Il ritmo di ripresa ha allentato la cadenza sincopata delle opere precedenti e si è adeguato al tempo lento della memoria. L’esplorazione fisica e simbolica della videocamera riconsegna al presente la realtà di un tempo trascorso attraverso le poche tracce rimaste: una poesia, un’aula scolastica e una foto in bianco e nero.
Il video Il monte dei cocci, parte di un’installazione più ampia, è una partitura in tre movimenti il cui personaggio principale è il nonno dell’artista che, accompagnato dalla nipote, sale lentamente su per uno stretto sentiero sino alla sommità della collina dove il percorso iniziatico di conoscenza si conclude con la visione di alcuni disegni appesi ai rami di un albero, da lui stesso eseguiti. Il movimento impresso dall’artista sembra quasi volere infondere loro un soffio di vita così come la voce del nonno fa rinascere vecchie filastrocche dimenticate. Ciò che domina qui è un sentimento di ‘comunione’ che si esprime attraverso le vie convenzionali della lingua ma non solo; si trasmette attraverso i gesti, gli sguardi, le canzoni. Il mezzo video diventa nella ricerca stilistica di Valentina Coccetti un linguaggio che dà corpo e movimento alla sua vena lirica, sempre in sintonia con la sua storia esistenziale.
Maria Rosa Sossai