Meris Angioletti • L'uomo che cadde sulla terra - II tappa
Dal 16.01 al 26.01.2007
Il 17 gennaio 2007 la personale di Meris Angioletti L’uomo che cadde sulla terra inaugura la sua seconda fase, ospitando interventi di artisti da lei scelti per affinità di ricerca, temi trattati o modus operandi.
Come dimostrano i lavori presentati in mostra a careof, molte delle opere di Meris nascono da collaborazioni. Nel Rabdomante documenta la ritualità quasi sciamanica di alcuni cercatori d’acqua; per Travel Tales ha lavorato a stretto contatto con John Weilacher affetto da quella che un tempo veniva definita dromomania, nel tentativo di ricostruire i ricordi di un viaggio danneggiati dalla sua malattia mentale; infine in Aussicht si avvale delle competenze del fisico cibernetico Valentino Braitenberg per indagare alcune funzioni del cervello e del linguaggio, attraverso la singolare esperienza di reclusione del poeta Holderlin nella torre di Tubinga.
Come in un esperimento scientifico aperto a possibili sviluppi e senza sapere a priori se l’intersezione funzionerà, Meris Angioletti invita Raffaella della Olga, Paul Devens, Cesare Pietroiusti e la scrittrice Laura Pugno. Ospitare i loro interventi all’interno della propria mostra rappresenta per Meris la possibilità di dar visibilità all’insieme di elementi che hanno nutrito e stimolato il suo lavoro, talvolta approdando a vere e proprie collaborazioni come nel caso di Paul Devens.
Con della Olga condivide l’interesse per una lettura dei luoghi come campi energetici, nel lavoro di Pietroiusti non guarda solo all’approccio relazionale, ma anche alla sua capacità di mettere in evidenza le situazioni paradossali della quotidianità. Nella scrittura di Laura Pugno, infine, ritrova la capacità di raccontare ipnoticamente storie all’apparenza normali.
Mercoledì 17 gennaio 2006 dalle 15.30 alle 19.00 intervento di Cesare Pietroiusti, Una risposta ad ogni domanda
a seguire proiezione del film L’uomo che cadde sulla terra di Nicolas Roeg (1976)
Uomo - Energia - Centrale Elettrica. Variazioni su un'immagine. In questi nuovi lavori racconto di energie che l'uomo accumula e trasforma dentro e fuori di sé in un ciclo continuo, originando una rete di fili invisibili, disseminati nello spazio. Attraverso la serie di disegni animo le estranianti atmosfere delle mie fotografie. Cabina di trasformazione, centrale elettrica, tralicci dell’alta tensione diventano metafore di processi dove l’energia è l’elemento che crea un’ininterrotta trasformazione della realtà. (Raffaella della Olga)
La composizione sonora On the edge of the park realizzata appositamente per la mostra a careof si ispira al controverso film La casa sperduta nel parco (1980) del regista Ruggero Deodato, reinterpretandone in forma sonora il forte impatto emotivo. Le mie installazioni sono costruzioni architettoniche concepite per un’esperienza fisica del suono, situazioni di ascolto enfatizzate. (Paul Devens)
L'artista, per me, è un perfetto dilettante; qualcuno che in realtà non sa fare niente, ma che può fare tutto, attraversando tecniche e discipline, invadendo campi altrui, utilizzando strumentalmente le tecnologie, sfruttando le collaborazioni e, forse soprattutto, usando strategicamente le proprie incapacità come elementi fondamentali della propria opera. Per l'azione Una risposta ad ogni domanda cercherò di dare una risposta a qualsiasi domanda gli intervenuti vogliano farmi; nessuna limitazione relativa al contenuto delle domande è prevista. (Cesare Pietroiusti)
Come io cerco di abitare concretamente nel mio corpo, allo stesso modo la mia scrittura impara ad abitare nella storia e nel territorio, passa da una posizione atopica, astorica, disincarnata a una posizione territoriale, storica, incarnata. Non so se questo risulti del tutto chiaro: non so se sia completamente chiaro anche per me. Però io sento un’affinità tra questi due movimenti che portano dalla bellezza di una perfezione astratta alla bellezza di un’imperfezione reale. La bellezza è qualcosa che passa e che accade, nel corpo e nel testo. (Laura Pugno)