Cantiere per pratiche non affermative
Dal 5.09 al 29.10.2011
Quali ambienti, strutture e strategie organizzative possono supportare i designer nel contribuire, ad una società più equa, giusta e disalienata?
Da questa domanda ha origine la riflessione di Bianca Elzenbaumer e Fabio Franz, in arte Brave New Alps. Dal 2005 collaborano nell’ambito del design della comunicazione, dove il “design” – inteso come un processo di confronto e messa in questione della realtà quotidiana - si pone consapevolmente come pratica politica.
Dal 1 settembre al 29 ottobre Brave New Alps trasforma lo spazio espositivo di Careof in un Cantiere per pratiche non-affermative, ovvero uno spazio incubatore, inteso come buffer fra il mondo della formazione e del lavoro, in cui giovani designer possano coltivare nuove modalità di lavoro.
Ospiti del progetto sono sei neolaureati selezionati attraverso un open call, provenienti dalle migliori scuole di design italiane: Isacco Chiaf, Stefano Capodieci, Caterina Giuliani, Manuel Guadagnini, il collettivo Quisai, Giovanna Zanghellini useranno lo spazio di Careof come luogo di lavoro per due mesi, dove condividere e portare avanti il percorso intrapreso durante la tesi. Attraverso il proprio progetto di tesi, i sei designer hanno infatti voluto stimolare un dibattito critico su un particolare tema di natura sociale, politica o ambientale.
Il progetto milanese di Brave New Alps è sviluppato a partire da esperienze pregresse nel contesto inglese e polacco (Goldsmiths College, Londra, da gennaio 2011; Centre for Contemporary Art Ujazdowski, Varsavia, marzo-luglio 2011) sotto il titolo di Designing Economic Cultures, come ricerca su precarietà, economie alternative e design critico. Anche a Milano si articola attraverso incontri e discussioni periodiche aperte al pubblico, workshop, un sito interattivo, una pubblicazione, con il coinvolgimento di figure – interne ed esterne al mondo del design - interessate a proporre nuovi modelli produttivi ed economici.
Brave New Alps partecipa dal 1 settembre al 30 ottobre al programma di residenze per creativi FDV Residency Program, un progetto in collaborazione con il Comune di Milano e FDVLAB, curato e gestito da Careof.
RUN RUN RUN RUN
mostra e incontri sul vivere precario
All'interno del progetto Cantiere per pratiche non-affermative
03 > 14.10.2011
Giovanna Zanghellini e Caterina Giuliani - due designer ospiti del progetto Cantiere per pratiche non-affermative - propongono RUN RUN RUN RUN, un’iniziativa (una mostra e una serie di incontri) volta ad analizzare ed interrogare il fenomeno della precarietà socio-economica che investe la contemporaneità.
A partire dal 4 ottobre il “Cantiere” mette in dialogo progetti diversi che contestualizzano ricerche e problematiche comuni:
- RUN RUN RUN RUN, una mostra a cura di Melissa Destino
- ABITO, un progetto di Giovanna Zanghellini
- interventi del movimento San Precario e di Carrotworkers' Collective
RUN RUN RUN RUN - che dà il nome a tutta l’iniziativa - è una mostra a cura di Melissa Destino (1984 - vive a lavora a Bari) sullo stato di precarietà. Le prospettive dell'arte e del design si combinano tra loro e si confrontano con i punti di vista di un filosofo e di una psicologa con l'obiettivo di offrire uno scenario poliedrico e discutibile. La precarietà è una componente strutturale della società liquida, è una condizione che da una parte influenza la gestione dei mezzi di produzione – e conseguentemente la produzione stessa – e dall'altra è determinante nella sfera delle relazioni umane.
I lavori esposti puntano l'attenzione su inaspettate combinazioni tra geologia e romanticismo, sulla femminizzazione del lavoro, sul cambiamento degli spazi urbani e spostano l'interesse dalla dimensione del suono a quella dell'oggettualità tramite prospettive ironiche o asettiche.
La mostra che ora viene riproposta a Careof ha avuto precedentemente luogo per una durata brevissima in due spazi diversi di Londra, entrambi strettamente legati all'idea di precarietà: un centro sociale occupato e un negozio in disuso. La condizione effimera dell'esposizione si riflette nello stato di possibile revocabilità raccontato dai due luoghi che l'hanno ospitata.
ABITO è un progetto di Giovanna Zanghellini (1986 - vive e lavora tra Samone,TN e Bolzano).
Come stanno cambiando gli oggetti e il concetto stesso di casa in seguito alla crisi della stanzialità? Quali ‘meccanismi’ di adattamento potrebbero nascere?
Può la nozione di precarietà venire alla luce in relazione a condizioni e pensieri riguardo l’abitare? ABITO nasce da una serie di riflessioni sul fenomeno della precarietà ed i suoi risvolti sull’abitare contemporaneo. Una serie di abiti vengono messi in scena rivestendo mobili e oggetti per adattarsi il più possibile al mutare dei contesti abitativi e ricreare un’atmosfera di familiarità in diversi luoghi. La loro funzione non è facilmente intuibile, sono infatti dei corpi mobili che non hanno un’identità stabile. Possono ricoprire una lampada, come le gambe di un tavolo o i rami di un albero. Ma la loro reale funzione è quella di riflettere il ‘modus operandi’ del precario: cedono a compromessi, fanno i salti mortali, diventano flessibili e a volte si abbattono. Si trovano al confine tra forma e senza forma, funzionale e simbolico. Il progetto diventa quindi veicolo di una storia, che non parla tanto di cose ma piuttosto di persone e del loro abitare precario.
The Carrotworkers' Collective sono un gruppo di stagisti/e o ex stagisti/e con base a Londra. Provengono prevalentemente dai settori dell'industria culturale e creativa e si incontrano regolarmente per ridiscutere insieme le condizioni del lavoro autonomo nelle società contemporanea. http://carrotworkers.wordpress.com/
San Precario è il patrono dei precari e delle precarie. San precario è irriverente beffardo e offensivo. San Precario è una mirabolante creazione dell'intelligenza precaria, un'espressione libera e indipendente da ogni partito e sindacato. San Precario è il protettore di chi lavora per un sottosalario, di chi soffre le sofferenze di un reddito intermittente ed è schiacciato da un futuro incerto che ci accomuna tutti: commessa e programmatore, operaio e ricercatrice.
San Precario è apparso per la prima volta il 29 febbraio 2004 in un Ipercoop di Milano, ma la sua consacrazione avviene ogni anno durante Mayday, la manifestazione del primo maggio precario che da dieci anni porta in piazza i precari d'Europa.
Da allora è stato usato e santificato da decine di gruppi di lavoratori, ha sbancato un rete, è sceso in piazza in tutta Italia, ha protetto i suoi fedeli e fatto tremare i loro sfruttatori.
Si ringraziano EdilLegno, R&L arredamenti, Steiner Bau e Oskar Heiss per la fornitura del legno utilizzato per la costruzione dei tavoli nello spazio.
Con il contributo di Fondazione Cariplo
Con il contributo della Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige
Bio
Brave New Alps sono Bianca Elzenbaumer (1980) e Fabio Franz (1983). Collaborano dal 2005 e vivono e lavorano tra Valdaora (BZ), Nomi (TN) e Londra. Dopo aver conseguito il BA in Design alla Facoltà di Design e Arti, Libera università di Bolzano, nel 2010 si sono laureati in Communication Art & Design presso il Royal College of Art di Londra. Attualmente Bianca sta svolgendo un dottorato di ricerca presso il dipartimento di Design del Goldsmiths College di Londra.
Selezione mostre recenti. 2011: Graphic Design Worlds presso il Triennale Design Museum di Milano. 2008: Manifesta 7 in Trentino-Alto Adige.
Selezione premi recenti. 2010: Premio d'artista di Museion con residenza presso il Centrum Sztuki Wspólczesnej Zamek Ujazdowski di Varsavia.
Selezione progetti recenti. 2011 (in corso): Designing Economic Cultures, un progetto di ricerca su precarietà, economie alternative e design critico. 2010/2011 Laboratorio Campano, un sito interattivo sulla questione dei rifiuti campana. 2009/2010: Department 21, un dipartimento interdisciplinare al Royal College of Art di Londra. 2008: Fortezza Open Archive Franzensfeste, un progetto di storia orale e un archivio sviluppati in collaborazione con gli abitanti del comune di Fortezza. 2007: Decode Jerusalem, una guida turistica alternativa a Gerusalemme Est. www.brave-new-alps.com
Stefano Capodieci (1988), vive e lavora a Trieste. Si è laureato in Disegno Industriale a Treviso alla Facoltà di Design e Arti dell'Università IUAV di Venezia. Il tema scelto per la laurea è la progettazione di un inserto scientifico per un quotidiano nazionale. Gli argomenti trattati per mezzo di infografiche e mappe sono ambiente, tecnologia e salute. www.stefanocapodieci.altervista.org
Isacco Chiaf (1987), vive e lavora tra Bolzano e Brescia. Si è laureato nel 2011 alla Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano, con il progetto Made in Italy (behind the scene), una performance che mette in luce, tramite infografiche analogiche animate, il traffico segreto di armi leggere, gestito dalla ditta italiana Beretta. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con l'Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere (O.P.A.L) e l'Archivio Disarmo.
Caterina Giuliani (1985) vive e lavora come grafica ed illustratrice ad Ancona.
Nel marzo 2011 si laurea presso l'ISIA di Urbino con una tesi sullo stato del dibattito critico attorno al graphic design in Italia. In questa occasione progetta la piattaforma www.callforcriticism.com un archivio online di scritti critici sulla comunicazione visiva realizzato tramite la partecipazione di studenti e giovani professionisti.
www.caterinagiuliani.it
Manuel Guadagnini (1987) vive e lavora a Bolzano. Si è laureato nel 2011 presso la facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano. Con il suo progetto di laurea, intitolato Die Ausländer (Gli Stranieri), ha creato una fonte di informazione e uno scambio di opinioni sulla tematica dell'immigrazione nella provincia di Bolzano.
www.dieauslaender.net
Quisai è un collettivo nato a Venezia nel 2010 da una collaborazione di AUT – Riccardo Berrone (1982), Federico Bovara (1982), Luca Coppola (1982), Niccolò Mazzoni (1986) – e Matteo Franceschet (1984). Per la tesi di laurea presso la Facoltà di Design e Arti dell'Università IUAV di Venezia, Quisai ha lavorato al progetto Quisai: tradizione, tavola e design. In collaborazione con le aziende dei distretti produttivi italiani, Quisai progetta e produce oggetti di design per la tavola, specchio della cucina tradizionale del territorio. Attualmente Quisai è composto da AUT, Francesca Coluzzi (1985) e Matteo Franceschet.
www.quisai.it www.98800.org
Giovanna Zanghellini (1986) vive e lavora tra Trento e Bolzano. Nel 2010 si laurea alla Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano con un progetto di design del prodotto sulla precarietà esistenziale ed i suoi risvolti sull'abitare. La tesi indaga il ruolo degli oggetti quotidiani nel rendere 'un'istantanea' della realtà e raccontare storie di vita precaria.
Hervé Baron (1976), vive e lavora a Schio. Ha studiato economia all’Università di Pavia e sta preparando un dottorato di ricerca dal titolo La moneta come rapporto sociale. Il contributo dei regolazionisti parigini all’Università degli Studi di Firenze. La sua ricerca personale si colloca al confine tra scienze economiche e scienze umanistiche. Ha collaborato con Andrea Fumagalli, tradotto testi di André Orléan e Paul Lafargue, e ha tenuto seminari di economia all’Università di Pavia, Firenze e Pisa.
Programma Seminario IL CAPITALISMO E L'IMMAGINARIO SOCIALE
Seminario
IL CAPITALISMO E L'IMMAGINARIO SOCIALE
con Hervé Baron
26.09 > 29.09.2011 e 17.10 > 20.10.2011
Nell'ambito del progetto Cantiere per pratiche non-affermative, Brave New Alps intende proporre una serie d’incontri gestiti dal ricercatore d'economia Hervé Baron, con un argomento relativamente sconosciuto al pubblico italiano: il tema dell’immaginario sociale. L’argomentazione procederà “dal generale al particolare”; dopo una rapida carrellata in cui verrà introdotto l’argomento e si cercherà di spiegare perché gli studi sull’immaginario si sono sviluppati soprattutto in Francia, si passerà all’esame più ravvicinato della teorizzazione di Cornelius Castoriadis. In seguito, si confronterà l’impostazione di Castoriadis con quella di Marx, alla ricerca di eventuali complementarietà. Seguiranno due esempi “pratici” di applicazione del concetto di immaginario alla nostra società, riguardanti la moneta e la merce.
Infine, gli ultimi tre incontri saranno dedicati al un “laboratorio di lettura” in cui verranno analizzati testi attinenti agli argomenti trattati.
Gli incontri avranno un andamento seminariale “aperto”, in cui dibattito e partecipazione da parte del pubblico saranno benvenuti.
Lo scopo non sarà proporre soluzioni “pronte all’uso” ma stimolare le domande e i dubbi degli interlocutori. Riferimenti bibliografici saranno forniti affinché ciascuno/a possa, una volta terminati gli incontri, camminare con le proprie gambe.
26 settembre 2011, ore 16
Cos'è l'immaginario
27 settembre 2011, ore 16
La tematizzazione dell'immaginario in Cornelius Castoriadis
28 settembre 2011, ore 16
Castoriadis e Marx
29 settembre 2011, ore 16
Un'applicazione pratica dell'analisi materiale e immaginaria: l'analisi "qualitativa" moneta
17 ottobre 2011, ore 16
Un'applicazione pratica dell'analisi materiale e immaginaria: l'immagine-merce
18 ottobre 2011, ore 16
Laboratorio di lettura: La religione del Capitale di Paul Lafargue
19 ottobre 2011, ore 16
Laboratorio di lettura: La religione del Capitale di Paul Lafargue
20 ottobre 2011, ore 16
Laboratorio di lettura: L'uomo sulla luna di Maurizio Grossi