14 November 2024 13:21:36
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c/o careof

Organizzazione non profit per l'arte contemporanea

c/o careof

One remembers a part of what one saw and forgets the rest

Gli spazi discorsivi dell’arte contemporanea sono completamente assorbiti all’interno dei processi di produzione e formazione artistica, in un continuo superamento disciplinare della distinzione tra teoria e prassi, pratica e formazione di soggettività, sapere e conoscenza. Studio visit, conversazioni pubbliche, reading, performance, etc. dimostrano quanto sia importante oggi che gli artisti sappiano re-immaginare differenti luoghi di interazione critica rispetto a quelli imposti dal sistema.

Il laboratorio curato da Elvira Vannini nasce in risposta all’invito di Careof a considerare lo spazio espositivo come espansione dell’aula d’accademia. Basato su diversi tempi espositivi rappresenta il punto di partenza per rovesciare l’idea di un format statico e ordinato, a partire da differenti condizioni di produzione e a favore di una mostra che si modifica, segue quella successiva, innesca effetti retroattivi e, mentre cambia, conserva il tempo della precedente.

One Remembers a part of what one saw and forgets the rest è realizzato in collaborazione con agli studenti del Triennio in Pittura e Arti Visive e del Biennio Specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali, del Dipartimento di Arti Visive, Performative e Multimediali, diretto da Marco Scotini, NABA - Nuova Accademia di Belle Arti Milano.

Il progetto si sviluppa come un display in progress che assume le forme dell’incertezza e dell’imprevedibilità come procedimento di sedimentazione di opere, idee e informazioni. Seguendo una successione di appuntamenti didattici ed espositivi, che coinvolgono artisti, curatori e docenti NABA, si struttura attraverso workshop, lezioni, esercizi performativi, open studio e momenti di verifica sui percorsi di ricerca in corso.

Con il contributo del Comune di Milano e di Fondazione Cariplo

Programma

martedì 7 maggio
ore 14.00 Open Studio Visit #1 [esposizione e studio visit collettivo con curatori].
ore 17.00 incontro con Andris Brinkmanis.
ore 18.30 Et maintenant, baissons la voix et prudence! [Reading a cura di Caterina Iaquinta con Martina Brembati, Giulia Ferrarese, Cécile Gentili, Cecilie Hjelvik Andersen, Giulia Maiorano, Alessandra Piga].
Come scrive Mary Wigman, nella danza il primo stadio della misura dello spazio avviene nella dimensione interna del nostro corpo, in una formula non universale, ma localizzata e mutevole. Le sei voci presentate in questo reading riprendono estratti da pagine di diari, interviste, discorsi di alcune autrici e artiste del Novecento ma anche di testi personali e autografi, e rimettono in azione riflessioni sulle differenti declinazioni che lo spazio può assumere nella dimensione del pensiero femminile.

venerdì 10 maggio
ore 14.00 Open Studio Visit #2 [esposizione e studio visit collettivo con curatori].
ore 18.00 performances; a seguire evento a cura di Stefano Boccalini e Angelo Sarleti con ingredienti suggeriti dagli studenti.

lunedì 13 maggio
ore 14.00 Open Studio Visit #3 [esposizione e studio visit collettivo con curatori].
ore 17.00 Drawing as Fighting [workshop di Marco Bongiorni con intervento di Alberto Bettinetti - featuring Chiara Balsamo].
“Boxing: the sport or practice of fighting with the fists, especially with padded gloves in a roped square ring according to prescribed rules”: un’ipotesi di accostamento tra l’attitudine del disegnatore e quella del fighter. Le due discipline sembrano avere in comune, nel concetto del ‘qui e ora’ e della ‘teoria del flusso’ di Mihály Csíkszentmihályi le proprie radici: entrambe le attività si sviluppano attorno a una serie di vincoli spaziali, temporali, percettivi e persino linguistici. Il workshop è strutturato in una serie di esercizi artistici ed esperienziali liberamente tratti dal mondo della boxe e con la partecipazione di due pugili.

martedì 14 maggio
ore 18.00 It is not the camera but the filing cabinet [display dell’Archivio Video Careof a cura di Chiara Balsamo, Lilia Di Bella, Elena Malara, Giulia Mengozzi, Marco Ornella, Giulia Polenta, Jacopo Rinaldi, Gaia Valentino, coordinati da Céline Condorelli].
Il video è analizzato a partire dalla sua natura mediale sia come forma metalinguistica che nei contenuti che lo caratterizzano. L’allestimento attiva l'archivio, lo estroflette e, aprendolo a differenti livelli di fruizione, ne mette in gioco gli elementi fondanti. Il display si tramuta all'interno del monitor in una forma flessibile in cui la temporalità del mezzo, la sua struttura fisica e i suoi linguaggi vengono rinegoziati e reinventati nel momento stesso della sua esposizione.

21 - 25 maggio
Il progetto prosegue nella Sala Video con Daydream Factory di Peter Friedl prodotto in collaborazione con gli studenti del II anno del Biennio Arti Visive e Studi Curatoriali di NABA.
Che cos’è un ‘daydream’? Quando accade nel corso della nostra esistenza? Che cosa realmente significa? Daydream Factory intende essere una raccolta di materiale riguardante il sogno ad occhi aperti, attraverso il quale elaborare una nuova a-metodologia di pensiero e di formulazione di idee. Un collage di sogni ad occhi aperti tramutati nella forma del video, presentati nella loro complessità e all'interno di un unico discorso. Come uno sguardo attraverso il foro stenopeico di una camera oscura in cui il buio del sogno si trasforma in lucidità di visione.

Bio

NABA Nuova Accademia di Belle Arti Milano, è un’Accademia di formazione all’arte e al design: è la più grande Accademia privata italiana e la prima ad aver conseguito, nel 1980, il riconoscimento ufficiale del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR). Offre corsi di primo e secondo livello nel campo del design, del fashion design, della grafica, delle arti multimediali, delle arti visive, della scenografia, per i quali rilascia diplomi accademici equipollenti ai diplomi di laurea universitari. Nata per iniziativa privata a Milano nel 1980 per volontà di Ausonio Zappa, Guido Ballo e Gianni Colombo, ha avuto da sempre l’obiettivo di contestare la rigidità della tradizione accademica e di introdurre visioni e linguaggi più vicini alle pratiche artistiche contemporanee e al sistema dell’arte e delle professioni creative. Dal 2009, NABA è entrata a far parte di Laureate International Universities, un network internazionale di più di 65 istituzioni accreditate in 29 Paesi che offrono corsi di laurea di primo e secondo livello a 750.000 studenti in tutto il mondo.

www.naba.it