Invisibile
A CURA DI
Luca Andreoni e Francesco Zanot
PROGETTI DI
Maria Vittoria Ardiri Tavella, Michele Arrabito, Mariacristina Barbara, Federico Bianchini, Ilaria Cosentino Borgese, Tobia Faverio, Sara Forzatti, Fabrizio Fugali, Ana Cristina Jimenez Parra, Sujiwan Khemakorn, Camilla Lauriola, Alma Leigheb, Marianna Lembo, Guo Liuyang, Chiara Lomarini, Manuela Maruca, Franchiska Matta, Rawan Mazeh, Matteo Pinna, Niccolò Quaresima, Tassiana Rovai, Martina Scala, Paramdeep Singh, Davide Spiridione, Gao Tiao, Alessandro Vergani, Evgeniya Volynskaya, Ege Yilmaz.
GRAPHIC DESIGN
Alessio D'Ellena (Superness), Gabriele Serrau, Barbara Virginia Tedeschi
IN COLLABORAZIONE CON
NABA, Nuova Accademia di Belle Arti
CON IL CONTRIBUTO DI
Regione Lombardia
Dal 15.06.2021 al 27.06.2021
Orari: tutti i giorni, 15.30 – 19.30
La mostra è accessibile nel rispetto delle norme di contenimento di Covid-19.
Careof in collaborazione con NABA, Nuova Accademia di Belle Arti presenta Invisibile, mostra a cura di Luca Andreoni e Francesco Zanot che raccoglie i lavori degli studenti del Master in Photography and Visual Design.
Si può fotografare l’invisibile?
L’invisibile è uno dei soggetti della fotografia.
Al di là del pregiudizio riguardo la capacità di questo mezzo di occuparsi soltanto dell’aspetto esteriore del mondo, qui viene utilizzato per scalfire il muro delle apparenze e penetrare in profondità nel corpo del reale.
La fotografia punge, diceva Barthes.
La fotografia graffia. Scava.
La fotografia non è cosmetica: supera la pelle delle cose e sonda gli strati sottostanti attraverso un processo di prelievo e investigazione.
Ciò è possibile poiché la fotografia non costituisce soltanto una forma di documentazione, ma è inevitabilmente un impasto tra registrazione e interpretazione.
Specchio e finestra.
Immagine. Immaginazione. Immaginario.
La fotografia è visione.
Il deep-web; la religione; la vita privata; l’altro; il passato; il futuro; la storia; i segreti politici; quelli personali; il backstage; gli spettri; il virus; il linguaggio; l’inconscio, il troppo piccolo e il troppo grande... sono alcune delle direzioni “nascoste” verso cui è possibile guardare attraverso il filtro dell’operazione fotografica.
Sono alcuni esempi dei temi trattati in questa mostra, che si struttura come un sistema di campionamento delle possibili relazioni tra la rappresentazione fotografica e un concetto ampio e multiforme come quello di invisibilità, da intendersi sia in senso concreto, sia metaforico.
Ogni lavoro presentato costituisce l’approfondimento di una singola declinazione dell’invisibile.
Tutti insieme danno forma a un osservatorio privilegiato su questo tema e sulla ricchezza dello stesso linguaggio fotografico, qui utilizzato in modalità differenti e alternative.
Ci troviamo di fronte a un diluvio di immagini. Affiancate una all’altra costituiscono un trionfo di ipervisibilità. Sovrapposte, si annullano. Come una posa troppo lunga brucia il negativo fotografico.
È lo spettro della società delle immagini.
Visibile e invisibile sono molto più vicini di quanto pensiamo.